Recovery Fund: ecco gli investimenti per la rivoluzione immobiliare “green”

Un pacchetto economico della portata del Recovery Fund non si era mai visto a livello europeo; un insieme di risorse per rimettere in piedi l’economia azzoppata dall’emergenza sanitaria. Si sta dibattendo sui vari usi che questo asset può interessare, dall’economia al lavoro, dalla salute all’ambiente. E proprio in quest’ultimo ambito che diversi esperti del settore sperano di allocare parte di queste risorse, soprattutto per ciò che concerne l’edilizia.

Rinnovare gli immobili europei sarebbe il primo passo di un restyling totale dal punto di vista energetico, che porterebbe a un netto salto di qualità a livello ambientale. Il focus riguarderebbe soprattutto complessi residenziali in mano a piccoli proprietari.

È il Gruppo Rockwool, leader di materiali per soluzioni sostenibili a base di lana di roccia, ad aver fatto pervenire la proposta. Il fine è quello di ridurre le emissioni di Co2 nel modo più efficiente possibile e impattare un mercato all’interno del quale opera il 95% delle imprese con meno di 10 dipendenti. Esse generano inoltre l’80% del valore del settore edile, un numero davvero gigantesco.

Come ottenere tutto ciò?

Mettendo a disposizione di queste imprese (e dei proprietari di casa) una parte delle risorse economiche provenienti dal Recovery Fund. In questo modo, si favoriranno gli interventi di riqualificazione, auspicando la creazione di un’entità indipendente per far confluire le risorse pubbliche e private. Il tutto con la supervisione dei governi nazionali e dell’UE.

Non è chiaro ancora il quantitativo di fondi necessari per portare a termine questa vera e propria rivoluzione edilizia entro il 2050. È questo il termine ultimo per raggiungere gli obiettivi a livello ambientale in tutto il mondo. L’esborso ammonterebbe a circa 185 miliardi di euro l’anno, ma non è chiaro in che percentuale debba provenire dal Recovery Fund, da governi nazionali e fonti private. Attraverso questi investimenti si cercherà di attirarne di nuovi molto più redditizi, poiché finalizzati al benessere dell’ambiente e al risparmio energetico. Si punterà a creare un circolo virtuoso fatto di immobili auto-sostenibili e incremento di posti di lavoro.

In questo senso, l’Italia sta dimostrando di aver intrapreso la strada giusta, attraverso l’emanazione del superbonus 110%. Si stima che 1,2 milioni di condomini di minimo 5 piani necessitino di interventi di riqualificazione e, a livello globale, il riscaldamento domestico incide per oltre il 60% sull’inquinamento. A livello europeo la proposta è in lavorazione.

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